martedì 11 ottobre 2011

Lo stupore del pellicano di Leena Krohn



"Ascoltava volentieri quella voce gracchiante e il modo di parlare accurato che gli erano ormai diventati familiari. Non trovava più strani i suoi tondi occhi gialli, né il suo incedere traballante gli sembrava ridicolo. Lo guardava ormai come si guarda un amico vero, andando oltre le esili zampette grigie come la grafite, il becco curioso e la bizzarra sacca golare. Li dimenticò come chi vuole bene dimentica ciò che non è importante, anche se inconsapevolmente era proprio a quei dettagli che era affezionato e gli sarebbe dispiaciuto se avessero cambiato forma."

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