mercoledì 19 marzo 2014

"Guida di Charlie Joe per non leggere", Tommy Greenwald



Avete sempre odiato leggere? È una vita che tentate di sfuggire a insegnanti, genitori e bibliotecari che vi inseguono consigliandovi (o imponendovi) letture di ogni tipo? Il solo vedere un libro vi fa sprofondare nello sconforto e nella depressione?
Non abbattetevi, non sentitevi soli, da oggi troverete tutta la comprensione e l’aiuto che vi servono per affrontare questa tragedia in un… libro! Ma non spaventatevi non è un libro come tutti gli altri, è una vera e propria guida: ”La guida di Charlie Joe per non leggere”.
Charlie Joe è uno che la sa lunga sulla (non)  lettura (è riuscito a non leggere quasi nulla fino alle scuole medie) e vi svelerà tutti i suoi segreti di tenace non lettore in ben 25 esilaranti dritte a partire dalla fondamentale dritta n. 2:  “Non leggete mai un libro scritto da qualcuno di cui non riuscite a pronunciare il nome” fino alla melodrammatica n. 17 “Leggere vi fa diventare ciechi”. Tra le tante dritte, tutte utilissime, ce ne sono alcune proprio sorprendenti come la n. 12 (la nostra preferita!) dove ci viene spiegato che, contro ogni previsione, la biblioteca può anche essere un luogo amico o la n. 15 dove Charlie ci confessa  di avere letto un libro fino in fondo “una storia fighissima di un ragazzino e della sua speciale amicizia con un albero”* e di essersi persino commosso.
Tra un consiglio e l’altro il nostro autore ci racconta anche tanto di sè, della sua famiglia, dei suoi amici, del suo amore impossibile per  Hannah Spivero e di come, al termine dell’estate più strana della sua vita, sia riuscito a imparare la più classica delle morali: meglio evitare le scorciatoie!
 




* nota: il libro di cui parla Charlie è "L'albero" di Shel Silverstein e ovviamente... lo trovate  in biblioteca!

giovedì 13 marzo 2014

Elisa Puricelli Guerra e Cuori di carta

Elisa Puricelli Guerra è nata a Milano, dove vive e lavora, ma ha trascorso molti anni anche a Londra. E' editor, traduttrice e autrice di libri per ragazzi. Ha pubblicato: Principesse a Manhattan, Un principe azzurro a Central Park, Baci stregati a New York, Il caso Romeo, la serie Un divano per dodici, la serie Minerva Mint, Cuori di carta, Cuorenero.


Cuori di carta è uno dei libri selezionati dalle Biblioteche di Segrate e Milano 2 per il gioco Passaparola del 2012/13. Tra i vari consigli di lettura, questo libro è stato uno dei più apprezzati dai ragazzi, tanto da essere scelto sia per un'audiorecensione, sia per la realizzazione del booktrailer, eseguito interamente da alcune ragazze della classe IIG dell'a.s 2012/13 della Scuola Secondaria Inferiore Sabin di Segrate, sotto la supervisione della prof.ssa Proserpio e delle bibliotecarie. 


Per poter vedere il post e il booktrailer di Cuori di carta, cliccate QUI! Per vedere gli altri booktrailer del Passaparola, cliccate QUI oppure sul tag Booktrailer.



Su suggerimento della Biblioteca, Cuori di carta è entrato a far parte delle letture scolastiche della Sabin ed Elisa Puricelli Guerra è stata invitata il 20 febbraio di quest'anno a incontrare le classi di Prima e Seconda presso la Biblioteca di Milano 2, a Cascina Ovi, all'interno del ciclo di incontri con gli autori per ragazzi organizzato tutti gli anni dalle professoresse della scuola.


La curiosità era tanta, l'entusiasmo pure e si è subito creato un bel feeling tra autrice e ragazzi, che avevano in serbo moltissime domande. Tra queste, ne sono state raccolte qui alcune.





Domande su Cuori di carta


Come nasce Cuori di carta?
Ho letto un romanzo distopico e ho trovato il genere della distopia davvero interessante per veicolare, attraverso l'avventura, temi forti.
Fra qualche tempo leggerete 1984 di Orwell e Fahrenheit 451 di Bradbury, ma per fare un esempio più vicino a voi pensate ad Hunger Games: è una storia distopica.
L'utopia è la speranza di un futuro possibile, mentre la distopia rappresenta una possibile società futura, ma non troppo lontana, in cui sono presenti delle degenerazioni della nostra attuale società.
In Cuori di carta è forte l'idea di perfezione che vuole la società moderna (aspetto non troppo lontano dalla realtà!): i genitori vogliono i loro figli perfetti e senza traumi, per agevolarli ad avere successo nella vita, e la pillola che i ragazzi devono assumere permette di cancellare la memoria e tutti gli eventi brutti. Ma noi siamo la nostra storia! Cancellare la memoria significa cancellare la propria identità.
Il tema della paura pervade tutto il libro: Dan e Una non hanno il coraggio di incontrarsi; temono di essere imperfetti e hanno paura delle aspettative che gli altri possono avere su di loro; non hanno il coraggio delle proprie azioni e opinioni.
All'inizio sono personaggi rassegnati, ma poi cominciano a mettere in discussione la realtà loro imposta: chi decide cosa è perfetto e cosa no? Ha senso una società di persone tutte uguali, senza identità né memoria?


Il finale poteva essere diverso? Alla fine non viene detto come si sviluppa la storia d'amore tra Dan e Una. Ci aspettavamo almeno un bacio...
Non ho inserito il bacio finale perché avevo il dubbio che troppo romanticismo portasse solo lettrici femminili e volevo che fosse un libro per tutti; inoltre non volevo distogliere l'attenzione dai temi più forti presenti nella storia.
Sì, il titolo porta a credere a una maggiore presenza di romanticismo e il libro inizia anche come una storia d'amore...ma poi si trasforma in qualcosa di più!


Dan e Una si scambiano dei bigliettini per comunicare: perché proprio i bigliettini?
Il bigliettino sembra un mezzo di comunicazione ormai obsoleto con l’avvento dei Social Network, ma viene ancora usato nelle classi di nascosto dai professori: è un ottimo sistema per esprimere i segreti.
Il rapporto tra Dan e Una si sviluppa tramite i bigliettini che si scrivono: non si vedono mai e non vengono mai descritti. Non ho utilizzato la terza persona proprio per togliere il filtro dello scrittore: Dan e Una si presentano da soli.


Perché non ci sono i veri nomi dei personaggi?
Non l'ho sentito necessario: i nomi sono stati scelti dai personaggi stessi e sono nomi di battaglia, della loro battaglia.


Come mai Una sceglie come sport il nuoto e Dan la corsa?
Una sceglie il nuoto perché l'acqua e l'immersione le permettono di isolarsi dal mondo, di nascondersi, anche dai genitori.
Dan, invece, preferisce correre: la corsa ha una doppia valenza per lui, è uno scappare dal passato ma anche un voler arrivare da qualche parte nella vita.
In origine la corsa è stata una scelta del padre, non di Dan: ma Dan ha saputo trasformare qualcosa che detesta e che è stata imposta, in qualcosa che gli dà forza. E' una sfida vinta.


Con quale dei due protagonisti si identifica?
Mi identifico di più con Dan, sia per la questione della corsa, sia perché è timido, ha paura di non essere se stesso, di dover accontentare sempre gli altri...ha molta voglia di essere se stesso, un po' come me!


Nel libro non viene specificato il luogo dove si svolge la storia: ci parla dell’ambientazione?
Ho voluto lasciare tutto ambiguo: i personaggi non sono descritti, così come non è descritto il luogo, di cui, però, ci si può fare un’idea. L’ho pensato come un luogo situato in un qualche paese nordeuropeo o del Canada, con la foresta caratteristica di quei paesaggi. L’istituto è un posto tranquillo e molto luminoso, fatto di legno e di vetro, come se fosse un centro benessere o una casa moderna svedese.
La foresta è anche un escamotage per aumentare la possibilità di avventure: nell’istituto è più difficile che accada qualcosa; e la cornice avventurosa aiuta a muovere la curiosità ad andare avanti a leggere, è un mezzo per affrontare temi più forti.


Cuori di carta è dedicato a Marta: chi è?
Marta è la compagna di mio cugino ed era una delle poche persone rimaste a Milano nel mese di agosto del 2010 perché doveva scrivere la tesi.
Anch’io ero rimasta a Milano per scrivere Cuori di carta e ho esposto le mie idee a Marta perché avevo bisogno di un riscontro. Le sue domande e il continuo confrontarsi con lei mi hanno aiutato a formare l’ambientazione e la storia.


Perché la figura dell’adulto è poco rappresentata? E perché gli adulti non intervengono mai nei confronti dei ragazzi?
L’adulto è poco presente perché ho voluto che l’attenzione fosse tutta sui ragazzi e perché è funzionale all’esaltazione della scelta della propria identità che avviene durante l’adolescenza, quando si comincia a mettere in discussione le certezze dell’adulto.
Gli adulti non intervengono mai perché vogliono creare nell’istituto un senso di calma, in modo che tutto scivoli via e che sia facile adagiarsi senza reagire.


Perché ha scelto Puck il folletto come mezzo di scambio dei bigliettini di Dan e Una?
Perché è un libro che ho letto e mi è piaciuto molto, anche se non è tra quelli più conosciuti di Kipling. Trovo bello poter ricordare i classici della letteratura e inoltre Puck il folletto è una storia sulla cancellazione della memoria, un po’ come Cuori di carta.
Dai libri letti si possono estrarre dei singoli spunti da poter trasformare in qualcosa di nuovo per la propria storia.





Domande sulla professione di scrittrice e curiosità


Quando preferisce scrivere?
Gli scrittori sono persone abitudinarie e scaramantiche. Nel mio caso scrivo sempre di mattina, su una scrivania contro un muro, con lo stesso pc da dieci anni.


Perché ha voluto fare la scrittrice?
E’ sempre stato il mio sogno, ho iniziato a scrivere storie fin da bambina. Ho scelto di lavorare per una casa editrice all’inizio, perché era il lavoro che più si avvicinava, ma poi ho iniziato anche a scrivere.


E-book o libro cartaceo?
Leggo entrambi e penso che possano convivere. L’e-book non sostituisce il libro cartaceo, è solo un mezzo diverso per leggere.


Per scrivere un libro utilizza una scaletta?
In genere no: la creatività è sfuggente, difficile da ingabbiare in un sistema.
Seguo dei passi, per esempio parto sempre dai personaggi, che devono essere veri, autentici. Li penso così tanto che alla fine sono loro stessi a raccontarmi la storia.
Nel mio caso la fase più lunga è quella preparatoria, quella in cui penso molto sia ai personaggi che agli avvenimenti. La fase di scrittura, invece, è molto veloce: ho pensato Cuori di carta per due anni, ma l’ho scritto nello spazio di un’estate, nei mesi di luglio e agosto del 2010.


E’ più bello leggere o scrivere?
E’ più bello leggere, è più facile. Scrivere è difficile, è un mistero, la scrittura spunta fuori senza previsione: per questo gli scrittori sono superstiziosi!


Quale libro le è piaciuto più scrivere?
Cuori di carta: è nato in modo molto spontaneo, poco progettato e in più adoro il personaggio di Dan, in cui un po’ mi identifico.


Mentre scrive legge? E quali sono i suoi autori preferiti?
Sì,leggo, ma vado a periodi. La lettura potrebbe influenzare la scrittura, ma la permette anche. Per scrivere bisogna leggere tanto; servono anche immaginazione, costanza e un po’ di fortuna: io ho avuto la fortuna di trovare un editore che ha creduto in me.
Leggo di tutto e i miei autori preferiti sono per ragazzi la Rowling con la serie di Harry Potter e Philip Pullman con La bussola d’oro; per adulti Agatha Christie e Stephen King.
In questo momento sto leggendo Asimov, perché sto pensando di scrivere un romanzo con protagonisti un ragazzo robot e una ragazza umana.


Che genere di libri le piace scrivere?
Mi piace sperimentare ogni tipo di genere, l’importante è che ci sia suspence, che la storia si legga veloce e dia l’irrefrenabile voglia di arrivare fino alla fine.


Ha mai tradotto?
Sì, ho tradotto molti libri dall’inglese all’italiano; questa operazione ha aiutato molto la mia capacità di scrittura.





Domanda premio nobel per la pace


Nel finale l'istituto viene incendiato: ci vuole forse spingere a incendiare la scuola?
I libri non vanno presi alla lettera! I libri scuotono con delle provocazioni che portano a riflettere. L'istituto è solo un simbolo di negatività da distruggere.


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Le Biblioteche di Segrate e Milano 2 ringraziano Elisa Puricelli Guerra e tutte le professoresse coinvolte per questo bellissimo incontro, per l'entusiasmo e la disponibilità; i ragazzi della Sabin per l'inesauribile curiosità (non smettete mai di fare domande!); e la prof.ssa Pellizzi, per l'energia e l'amore che dedica ai ragazzi e per la fiducia che ha riposto nei progetti di promozione della lettura della Biblioteca.